Amori, rancori e veleni di una nobile casata siciliana in un avvincente romanzo corale

Mentre il barone Sorci passa a miglior vita, un affollato pranzo diventa l'occasione per passare in rassegna le vicende di un Paese e di una famiglia.

L'Italia è in guerra e nella Palermo del 1942 il barone Enrico Sorci è sul letto di morte. In quella camera diventata l'ultimo avamposto della sua vita, passa in rassegna la propria storia e in una sorta di lucido delirio vede sfilare Rosaria, la moglie cui ha inflitto troppi torti, e i sette figli che gli ha dato: Maria Teresa, Anna, Lia, Cola, Ludovico, Filippo e Andrea. Poco prima di morire, il barone ordina che la notizia del suo trapasso non venga subito annunciata e così i parenti, come di consueto, si radunano nel piano nobile del palazzo per consumare il pranzo. Tra battibecchi e veleni, ognuno prende la parola per raccontare un pezzo di quella storia: una spirale di passioni e vendette, fughe e tradimenti, che dall'inizio della guerra agli albori del miracolo economico vede tramontare un mondo e nascerne uno nuovo.

Simonetta Agnello Hornby
Nata a Palermo, dal 1972 vive a Londra, dove ha lavorato come avvocato dei minori. Dopo l'esordio di La mennulara (2002), ha pubblicato, tra gli altri: La zia marchesa, Boccamurata, Vento scomposto, Il veleno dell'oleandro, Via XX Settembre, Caffé amaro e Un filo d'olio. Nel 2016 il Presidente della Repubblica le ha conferito l'onorificenza dell'Ordine della Stella d'Italia nel grado di Grande Ufficiale.

«Come in un concerto a più voci i personaggi principali del romanzo danno la loro versione dei fatti attraverso memorie, testimonianze, visioni che descrivono l'animo umano fatto di passioni, ripicche, vendette e gelosie».
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